giovedì 15 aprile 2010

La giovane Italia


Anche oggi c'è un Milan che vince e non è quello dei grandi, quello di Leonardo, Pato e Ronaldinho ma è il Milan giovane, la Primavera di Stroppa, Zigoni e Strasser che nella finale di Coppa Italia di categoria si è imposta per 2 a 0 sul Palermo. E viste le recenti condizioni fisiche e di classifica dei big rossoneri viene da chiedersi se la squadra di Leonardo non dovrebbe trarre linfa vitale da quei giovani così promettenti e così vogliosi di mettersi in mostra. I tifosi del Diavolo si interrogano e esprimono i loro dubbi, perchè far giocare Favalli e puntare per il prossimo mercato l'acquisto di Yepese, un altro ultra-trentenne, quando invece ci sono pronti a scendere in campo giovani come Michelangelo Albertazzi, difensore centrale di belle speranze che potrebbe dare respiro nella prossima stagione a Nesta e Thiago Silva e crescere sotto la lora ala in vista di un futuro radioso molto più di come potrebbe essere utile il comunque affidabile Yepes, sì ma per quante stagioni? Non sarebbe quindi meglio promuovere i migliori elementi della Primavera e investire su di loro? Così come si è abituati a vedere da anni nei campionati esteri, con caso limite il Barça con 8 giocatori cresciuti nella propria cantera in campo, e i risultati quasi sempre si vedono. Gli stessi tifosi non si spiegano il perchè chiedere in prestito ai cugini nerazzurri il brasiliano Mancini, che quando si è visto in campo è sempre risultato goffo e fuori allenamento, mentre piuttosto si poteva dare spazio a Verdi o Zigoni, autori della vittoria in finale di Coppa Italia Primavera. Di Rodney Strasser gli addetti ai lavori parlano un gran bene e Carlo Ancelotti lo aggregò alla prima squadra già dalla scorsa stagione, facendogli giocare parecchi minuti nei tornei estivi contro Juve e Inter e facendolo debuttare in gare ufficiali nel finale di stagione. Strasser, corridore infaticabile di centrocampo, avrebbe potuto far rifiatare senza problemi per qualche gara di campionato gli spremuti Pirlo e Ambrosini e consentire al Milan di non cedere nella parte più importante della stagione, quando nello sprint scudetto i fatti andavano fatti seguire alle parole e in Champions bisognava presentarsi con la squadra a pieni ranghi e non con titolari infortunati o col fiato corto. Ecco che proprio in questi casi, e specie in una squadra come il Milan infarcita di giocatori con parecchie primavere alle spalle non adatti a giocare tutte le partite di una stagione corsa su tre fronti, che un'adeguata squadra Primavera potrebbe fare la differenza ma le scelte della società si pagano e nel caso del Milan sono state pagate caro, con l'eliminazione dalla Champions e l'esclusione dalla lotta scudetto. Perchè chi non può permettersi di questi tempi una doppia squadra titolare come l'Inter, con riserve pari ai titolari, deve per forza di cose tenere d'occhio il serbatoio-giovani e gradualmente inserirne i più meritevoli in prima squadra, così come ha saputo fare nelle ultime stagioni la Juve con Marchisio, De Ceglie, Giovinco e Ariaudo. Del resto lo stesso Milan negli anni passati era stato d'esempio in casi del genere, con la promozione in prima squadra di futuri campioni come Maldini e Baresi e altri come Galli, Evani, Ambrosini e Costacurta, invece ai giorni nostri i rossoneri vivono nel passato e sembrano aver dimenticato gli antichi insegnamenti e così a 19 anni il difensore centrale Albertazzi di cui prima resta ancora legato al calcio giovanile e molto probabilmente se otterrà una chance nel calcio dei grandi la otterrà in prestito in una piccola squadra di serie A o, addirittura, di serie B e questo è il modo in cui spesso un talento si può anche perdere. All'estero gli esempi sono tanti, a partire dal già citato Barça, il cui primo serbatoio di giocatori è la squadra giovanile, passando per la federazione tedesca che avendo a cuore il futuro della Nazionale tiene sotto controllo i giovani talenti espressi dai club aiutandone la crescita e guidandoli verso un futuro da protagonisti in campionato e in nazionale, o come per tante squadre inglesi tra cui il Manchester United in cui Ferguson opera un lavoro di rastrellamento di giovani talenti in giro per il mondo davvero notevole e ne inserisce in prima squadra mano a mano i più meritevoli, oppure l'Arsenal di Wenger che da anni è l'esempio in questi casi avendo una squadra multinazionale con una media età bassissima e giovani talenti che si mettono in luce all'Emirates Stadium fin dalla giovane età, alcuni nomi sono Fabregas, scippato alla fucina di talenti del Barça in giovane e lanciato in prima squadra da Wenger a 17 anni, Carlos Vela, Ramsey, Walcott, Cruise e Mannone, tutti nel giro della prima squadra fin dalla giovane età. Di sicuro questo è uno dei punti da cui individuare i motivi del distanziamento tra il calcio italiano e quello estero, in una nazione troppo attaccata al vecchio e al passato, basti guardare ad esempio la Nazionale di Marcello Lippi rimasta ancorata ai ricordi del Mondiale tedesco, per poter puntare come si deve sui giovani talenti che a differenza dei loro pari età stranieri non hanno la possibilità di crescere facendo esperienze in prima squadra e spesso si perdono facendo perdere una possibile stella anche al futuro del calcio italiano, sono cose che devono far riflettere chi ha cuore la competitività del calcio italiano e chi non vorrebbe che le vittorie delle squadre italiane o della Nazionale non diventino merce rara in futuro.

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