martedì 13 aprile 2010

L'occasione di mister Ranieri


Come andrà finire non lo sa nemmeno lui ma, abituato com'è a stare sempre coi piedi per terra, lo considererà un successo in ogni caso. Sì perchè Claudio Ranieri ha preso in corsa una Roma ultima in classifica con zero punti e l'ha portata fin lassù a lottare per lo scudetto con l'inarrivabile (finora) Inter, ora addirittura superata di un punto, per uno scudetto che sarebbe storico per una squadra che ad inizio stagione certo non si aspettava di arrivare a questo punto. E Ranieri sembra essere davvero nell'ambiente ideale, quella sua Roma in cui è cresciuto da calciatore e ha sempre inseguito da allenatore, riuscendo finalmente a coronare il suo sogno questa stagione. Il percorso del Ranieri calciatore, ruolo terzino, è iniziato proprio nel club giallorosso, portato a Roma da Helenio Herrera e lanciato in prima squadra da Manlio Scopigno, anche se non è mai riuscito a imporsi più di tanto nel club della capitale, infatti alla fine della sua avventura romanista saranno solamente sei le presenze in campo e poi viene ceduto al Catanzaro dove riesce finalmente ad imporsi e a diventare una colonna del club per otto anni, restando tuttora il calciatore più presente in serie A della squadra. Poi un fine carriera tra Catania e Palermo e subito l'inizio della carriera da allenatore, ingaggiato dal Vigor Lamezia prima e dal Puteolana poi, entrambe squadre delle serie minori. La prima grande occasione se la crea al Cagliari portando i sardi in due stagioni dalla serie C alla serie A, exploit che lo porta al Napoli, una sola stagione alla guida dei partenopei e poi l'esonero, nonostante il quarto posto finale. La nuova squadra di Ranieri è la Fiorentina retrocessa in serie B che Ranieri, grazie al contributo di 16 reti di Batistuta, riporta subito in A e l'anno seguente si piazza nono per poi iniziare la sua migliore stagione in viola dove vince la Coppa Italia più un quarto posto finale in campionato, inevitabili le attese sulla squadra per la stagione seguente che però si conclude al decimo posto e finisce qui l'amore tra Firenze e Ranieri. Il tecnico romano comincia in questo momento la sua redditizia carriera estera, prima accettando la chiamata del Valencia, dove rimarrà due stagioni vincendo una coppa del Re, poi andando all'Atletico Madrid dove però darà le dimissioni a stagione in corso. Inizia nel 2000 l'avventura inglese alla guida del Chelsea, dove è tuttora uno dei tecnici più amati dai tifosi, che porta al punto più alto nella sua ultima stagione, arrivando in semifinale di Champions League e secondo in Premier League. Ma tutto ciò non basta per il nuovo patron Roman Abramovich che vuole vincere tanto e subito e allora si da alle spese milionarie e ingaggia come allenatore Josè Mourinho. Ranieri si consola con il ritorno al Valencia, avventura-bis che durerà soltanto qualche mese visto che dopo un'eliminazione dalla coppa UEFA viene esonerato. Da qui per Ranieri ci sono due anni di inattività, infatti tornerà in auge solo nel febbraio 2007 quando accetterà la chiamata del Parma e torna così in Italia dopo quasi dieci anni. Anche nella città ducale per Ranieri si profila una mission impossible, infatti gli viene chiesto di salvare una squadra che sembra già più che spacciata, ma alla fine riuscirà a garantire la permanenza in A al club e guadagnandosi la stima e la riconoscenza di tutti i tifosi. Questa clamorosa salvezza gli fa ottenere la chiamata della vita, alla guida della Juventus al ritorno in serie A dopo la retrocessione a tavolino post-Calciopoli. Creando una squadra da un carattere incredibile capace di imporsi contro chiunque in una gara secca riesce a conquistare un terzo posto storico che riporta la Juventus subito in Champions League, risultati che fanno crescere le attese intorno alla squadra nella stagione seguente che porterà ottimi risultati in Champions dove la Juve sconfiggerà nel turno a gironi per ben due volte il Real Madrid, per poi uscire agli ottavi di finale contro un Chelsea di un'altra categoria. Da qui in avanti Ranieri sembra perdere il controllo della squadra e di conseguenza la fiducia dei tifosi che dopo una lunghissima serie di partite senza vittorie ne chiedono l'esonero, che arriva a due partite dal termine del campionato che comunque la Juve chiuderà da seconda classificata. Da lì in poi è storia recente, con la chiamata alla Roma. Qui Ranieri ha saputo creare un gruppo con grande carattere, capace di ribaltare le partite che si mettono male e di inanellare una serie positiva di partite lunghissima, dovendo fare a meno un po' troppo spesso di capitan Totti e dell'acquisto di gennaio Toni, Ranieri riesce nella valorizzazione di un talento come Mirko Vucinic e nel rilancio di Menéz che sembrava si fosse un po' perso, trovando in Julio Sergio il portiere che serviva alla squadra ha avuto il coraggio di togliere il posto a titolari inamovibili dell'era Spalletti come Doni e Mexes. Una serie di scelte che è riuscita a far trovare alla squadra l'alchimia giusta e che unita alla mentalità del tecnico è riuscita a mantenere la squadra coi piedi per terra nei momenti di gioia e a farla reagire nei momenti difficili, come ad esempio al suo arrivo a Roma con la squadra che arrivava da due pesanti sconfitte contro Genoa e Roma. Portando a compimento questo testacoda emozionante Ranieri ha saputo creare così un grande gruppo e lui da romano è il primo a gioirne ed ecco perchè la sua squadra sembra davvero capace di poter porre fine all'egemonia dell'Inter nel campionato italiano, ecco perchè questa volta Ranieri ha l'occasione per prendersi la sua rivincita sul suo rivale Mourinho e far finire la sua fama di eterno secondo, perchè la Roma gioca bene e vince e ha un allenatore che non fa trascinare i giocatori in facili entusiasmi, e questo nell'ambiente romano molte volte può fare davvero la differenza. Per cui anche se nemmeno lui sa come andrà a finire, per una lunga serie di motivi, possiamo davvero dire che comunque vada Ranieri, la Roma e i suoi tifosi potranno essere soddisfatti di essersi rivelati l'unica squadra veramente in grado di tenere testa all'Inter fino alla fine, e ripensando alla situazione giallorossa il giorno in cui Ranieri divenne il nuovo allenatore c'è solamente da essere contenti.

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