sabato 10 aprile 2010

Palermo e un sogno chiamato Champions


A sole sei giornate dal termine ormai non si può più parlare di fuoco di paglia ma di piccolo miracolo sì, perchè il Palermo a sole sei tappe da qui alla fine del giro è ancora lì, ancorato al quarto posto che significa Champions, almeno per quest'anno...
Molto per demeriti altrui, quelle Fiorentina e Juventus che con un annus orribilis stanno perdendo irrimediabilmente il treno dell'Europa che conta per la prossima stagione, ma anche per meriti propri quali un gran tasso tecnico, un'oculata gestione del mercato e una fiducia riposta in un tecnico come Delio Rossi che tanto bene aveva fatto già con la Lazio nelle stagioni scorse. Finalmente Zamparini, che comunque ad inizio stagione fino all'inevitabile esonero ha avuto un rapporto tempestoso con Zenga, sembra aver trovato un po' di fiducia in un allenatore e non gli sta sempre col fiato sul collo nonostante quest'anno più che mai il sogno Champions non è mai sembrato così vero. La differenza la fanno anche giocatori di livello superiore come l'ormai tanto conclamato Miccoli che galvanizzato dalla fascia di capitano, affidatagli dal presidente in persona, sta vivendo una delle sue migliori stagioni segnando gol bellissimi e spesso decisivi, oppure come il corteggiatissimo dalle big europee Simon Kjaer, difensore centrale danese soffiato già nel 2008 al Real Madrid, che mai come quest'anno sembra pronto al salto in una grande squadra, anche se lui ha espresso il desiderio di giocare la Champions League con la maglia rosanero del Palermo, altro pezzo grosso della squadra è l'uruguaiano Cavani, forse meno incisivo dell'Amauri palermitano ma degno erede della sua maglia e capace di mettersi in luce con gol al limite delle leggi fisiche e con una buona continuità di realizzazione che sta facendo il paio con l'ottima stagione dello scorso anno, di certo da questi parti non si rimpiange troppo l'attuale centravanti brasiliano della Juve. Un'altro protagonista, seppur a fasi alterne, dell'attacco rosanero è "La Joya" Abel Hernàndez, connazionale di Cavani, vicinissimo all'approdo al Genoa due stagioni fa e campione d'Italia con la Primavera del Palermo da protagonista lo scorso anno, quest'anno è stato prima portato in campo da Zenga che lo ha fatto esordire in questa stagione (aveva già esordito in serie A in quella scorsa) contro l'Inter nella sconfitta per 5 a 3 in cui Hernàndez ha trovato la sua prima rete in serie A confermando quanto bene si dice di lui. Con l'arrivo di Delio Rossi il ragazzo è stato messo un po' in disparte ma la storia è cambiata dopo il mercato di riparazione, infatti quando sembrava vicino il suo ritorno in Uruguay invece il Palermo decide di cedere Succi al Bologna e di tenere il giovane sudamericano che quando mandato in campo, spesso sotto richiesta di Zamparini di cui è un vero e proprio pupillo, spesso va in rete. Le altre arme segrete del Palermo made in Delio Rossi possono essere individuate in Liverani, regista da dieci e lode che ripresosi dall'infortunio è tornato titolarissimo e imprescindibile per la squadra, oppure in una difesa che oltre a Kjaer registra buoni giocatori come Goian, voluto da Zenga che lo aveva già allenato, Bovo, Cassani che spesso ha fatto grandi partite tanto da meritarsi una chiamata in nazionale da parte di Lippi. Un altro gioiellino scoperto e lanciato da Zenga e confermato da Rossi è il portierino Sirigu, che ha soffiato in poco tempo il posto all'acquisto estivo Rubinho facendo subito girare le voci di una chiamata in Nazionale e quelli un po' più velleitarie al momento di erede di Buffon, di certo c'è che Sirigu sta facendo una grande stagione e vanno anche a lui i meriti di questa favola rosanero. Ultimo ma non per importanza l'altro campioncino Pastore, soffiato in estate all'onnipresente Inter e presentato, con troppa enfasi, come il nuovo Kakà ma comunque ottimo lottare e ragazzo dalle notevoli qualità tecniche che è riuscito a imporsi con un'andatura lenta ma sempre più progressiva in un campionato difficile per i giocatori più tecnici come lui. Queste cose, unite come si accennava in precedenza ai momenti di difficoltà di Fiorentina e Juventus, inizialmente date per certe alla qualificazione in Champions ma che per motivi vari si sono fatte male da sole nella corsa al minimo obiettivo stagionale per i bianconeri e al massimo obiettivo stagionale per i viola, forse non abituati al doppio impegno sul fronte interno e sul fronte europeo, fatto sta che "eliminate" le due big che col passare delle giornate perdevano sempre più punti anzichè farne come era lecito aspettarsi, ecco che il Palermo, forte anche dei due scontri diretti vinti contro la Juve e di un calendario più agevole delle altre in corsa (Samp, Napoli e nonostante tutto anche e ancora la Juve) per il quarto posto, sembra davvero favorito per giocare nella grande Europa la prossima stagione. Anche se il patron Zamparini, specie dopo la sconfitta patita nel turno pre-pasquale nel derby contro il Catania, ha tenuto a precisare quanto la propria squadra non abbia ancora il carattere per riuscire a resistere al quarto posto fino alla fine della stagione, spendendo comunque parole di elogio per l'allenatore. Di certo questa corsa al quarto posto, con tutto il rispetto, dimostra la pochezza del calcio italiano degli ultimi tempi, infatti per quanto il Palermo stia facendo bene ha comunque perso parecchi punti e non ha una continuità che gli permette di stare tranquillo e proprio per l'inadeguatezza delle contendenti quali la stessa Juve, la Samp e il Napoli, incapaci di avvicinarsi ai rosanero nelle giornate in cui perdevano punti, è riuscito a tenersi ancora attaccato all'ultimo posto Champions disponibile. Ma di questi tempi con un calcio italiano ridotto male non si può fare altro che esaltarsi per una lotta Champions che va avanti più per demeriti altrui che per meriti propri. Sperando che in caso di qualificazione di una outsider non si verifichi il solito evento, che di fatto ha penalizzato l'Italia nel ranking europeo, di dover vedere una squadra lottare tanto per arrivare in Europa e poi snobbare la competizione stessa e sperando che non abbia ripercussioni negative sulla squadra non abituata a tali livelli, esempio ne sia il Chievo ai preliminari di Champions nella stagione post-estate di Calciopoli, stagione che finì con la retrocessione in B dei veneti.

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